Abstract
Il presente lavoro si prefigge l’obiettivo di indagare un tema, quale è quello della manutenzione dei beni, di chiara matrice aziendalistica, al fine di individuarne la natura del contratto di manutenzione e di fissarne la relativa disciplina. Nello specifico, infatti, tale scelta permetterebbe di accertare se, alla luce delle attività che l’assuntore dei servizi di manutenzione sia chiamato ad eseguire, il rapporto contrattuale possa essere ricondotto nell’ambito degli schemi tipici disciplinati dal legislatore o se, invece, per la natura eterogenea delle prestazioni sia difficile una ricostruzione di questo tipo e necessario, pertanto, muoversi nell’area dei contratti atipici.
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SOMMARIO: 1. L’attività di manutenzione: difficoltà per l’interprete di individuare una nozione del fenomeno. 2. Qualificazione giuridica del contratto di manutenzione. Indicazioni provenienti dalla dottrina che si è occupata del contratto di appalto. 3. Il contratto di manutenzione quale somministrazione di servizi. 4. Qualificazione giuridica del contratto di manutenzione alla luce della nuova concezione delle attività di conservazione della funzionalità e del valore economico dei beni. Combinazione nel contratto di manutenzione di elementi di diversi schemi tipici. 5. Disciplina applicabile al contratto di manutenzione. Necessaria individuazione delle prestazioni conservative prevalenti. Selezione delle norme codicistiche idonee a regolare il rapporto. La questione della disciplina del contratto di manutenzione nel quale sono prevalenti le prestazioni di servizi.
*Il contributo ha superato con esito favorevole la valutazione anonima da parte di un revisore scelto tra i membri del comitato di valutazione/scientifico ovvero da un revisore esterno da questi indicato e confluirà nel numero 1 del 2024.
Citazione del contributo:
V. Cesaro, L’esternalizzazione della attività di manutenzione e la qualificazione giuridica del contratto, in De Iustitia, 1, 2024.