Abstract
La presente nota analizza la sentenza n. 2138/24 del Tribunale di Torre Annunziata, emessa il 16 dicembre 2024 e depositata il 17 marzo 2025, che ha condannato l’imputato per il reato di tentata appropriazione indebita ai sensi degli artt. 56 e 646 c.p. La sentenza offre spunti di riflessione significativi in merito all’elemento oggettivo e soggettivo del reato, con particolare riferimento alla messa all’incasso di un assegno posto a garanzia e alla rilevanza del mancato perfezionamento dell’appropriazione per cause indipendenti dalla volontà dell’agente. Si esamineranno, dunque, i principi giurisprudenziali consolidati in materia di appropriazione indebita di titoli di credito e le implicazioni della recente pronuncia della Corte Costituzionale sull’art. 646 c.p.
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SOMMARIO: 1. Il fatto. 2. L’appropriazione indebita tentata. 3. Sulla nozione di idoneità del tentativo (o nel reato impossibile). 4. Sull’elemento soggettivo del reato di appropriazione indebita. 5. Conclusioni.
*Il contributo ha superato con esito favorevole la valutazione anonima da parte di un revisore scelto tra i membri del comitato di valutazione/scientifico ovvero da un revisore esterno da questi indicato e confluirà nel numero 3 del 2025.
Citazione del contributo:
L. Marano, Appropriazione indebita di un titolo scoperto: la recente giurisprudenza di merito per cui è configurabile il tentativo, in De Iustitia, 3, 2025.




