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L’interpretazione del “fine di profitto” nel reato di furto rimessa alle Sezioni Unite della Corte di Cassazione

- 15 Marzo 2023

Abstract

Con l’Ord. del 11 gennaio 2023 (ud. 18 novembre 2022) n. 693 (est. Catena) la V sezione penale della Corte di Cassazione ha rimesso al giudizio delle Sezioni Unite se il “fine di profitto” che anima l’elemento soggettivo nel delitto di furto ex art. 624 c.p., debba essere inteso estensivamente in termini di qualsivoglia utilità anche non patrimoniale tratta dall’impossessamento della res, concezione sostenuta dalla giurisprudenza di legittimità prevalente ovvero restrittivamente, come sostenuto di recente dalla giurisprudenza minoritaria, quale solo incremento del patrimonio del reo.

SOMMARIO: 1. Massima. 2. Il caso di specie. 3. L’orientamento che estende la nozione di profitto nel delitto di furto. 4. L’orientamento restrittivo della nozione di profitto nel delitto di furto. 5. Conclusioni.

*Il contributo ha superato con esito favorevole la valutazione anonima da parte di un revisore scelto tra i membri del comitato scientifico ovvero da un revisore esterno da questi indicato e confluirà nel numero 2 del 2023. 

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Citazione del contributo:

A.D. Di Munzio, L’interpretazione del “fine di profitto” nel reato di furto rimessa alle Sezioni Unite della Corte di Cassazione, in De Iustitia, 2, 2023

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