Abstract
La tutela dell’ambiente impone all’odierno cittadino e al giurista di doversi conformare ad un modello di sviluppo sostenibile. L’esigenza di rispettare i valori ecologici e i sottesi interessi ambientali porta inevitabilmente, sul piano del diritto, ad una reinterpretazione e riqualificazione di categorie consolidatissime come quelle di contratto e di proprietà. Su questa linea è stata improntata la legislazione europea e nazionale degli ultimi decenni. Ma ciò che sembra perfetto sul piano formale, risulta esposto a una serie di punti deboli e di crepe nella sostanza e nella realtà dei fatti, soprattutto alla luce della recente crisi pandemica e del conflitto ucraino-russo che ha colpito il nostro pianeta. Ci si chiede, dunque, se effettivamente l’ambiente e la sostenibilità delle scelte della produzione possano prevalere sulle esigenze di sostentamento della popolazione nazionale e mondiale.
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SOMMARIO: 1. Premessa. 2. La definizione di sviluppo sostenibile e il richiamo al principio di sussidiarietà. 3. La depatrimonializzazione del diritto civile: il concetto di contratto ecologico. 4. La conformazione ecologica del diritto civile in ambito codicistico e nelle leggi speciali. 5. Il contemperamento tra il diritto proprietario e la tutela della salute e dell’ambiente. 6. La forma non è garanzia di sostanza: lo sviluppo sostenibile e l’esigenza di sostentamento della popolazione.
*Il contributo ha superato con esito favorevole la valutazione anonima da parte di un revisore scelto tra i membri del comitato di valutazione/scientifico ovvero da un revisore esterno da questi indicato e confluirà nel numero 1 del 2024.
Citazione del contributo:
G. Capaccio, Sviluppo e sostenibilità nell’ordinamento europeo e nazionale: attuazione, tutela della persona e bilanciamento con altri principi, nel diritto pubblico e privato, in De Iustitia, 1, 2024.